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Buone notizie e aggiornamenti da Albagnano

Sommario

Proteggere gli elementi con un’energia più pulita

L’Autoguarigione per l’Ambiente è alla base delle pratiche NgalSo trasmesse da Lama Gangchen Rinpoche. In questa sadhana, l’accento è posto sulla purificazione e sulla guarigione degli elementi interni ed esterni: vento, fuoco, terra, acqua e spazio. Il centro di Albagnano ha preso l’impegno di rispettare i cinque elementi anche con iniziative concrete, considerando l’ambiente parte di noi e noi parte dell’ambiente. 

Abbiamo intervistato Steve Fontaine, responsabile delle strutture e della manutenzione del nostro centro, per sapere come il rispetto per i cinque elementi viene applicato in ambito energetico. Steve ci racconta che, passo dopo passo, stiamo realizzando un sistema integrato in cui l’energia solare e l’energia geotermica – con l’aiuto di fonti non rinnovabili come gas e legna – collaborano per fornire quello di cui abbiamo bisogno. Al momento, tuttavia, il centro non è ancora in grado di ottenere tutta l’energia da fonti rinnovabili e si trova davanti a varie sfide.

Una di queste riguarda l’energia in eccesso prodotta dai pannelli fotovoltaici. Mentre durante l’inverno produzione e consumo sono equivalenti, in estate la produzione è nettamente superiore alle necessità quindi parte dell’energia non può essere utilizzata. La soluzione è stata quella di acquistare batterie di accumulo per sfruttare l’energia in eccesso durante la notte. Steve ci spiega che, sebbene il tempio si alimenti grazie all’energia geotermica, ha bisogno di energia elettrica per far funzionare le pompe che mettono in circolo il liquido responsabile di riscaldamento e raffreddamento. Da qui l’importanza di avere un sistema fotovoltaico efficiente che supporta queste necessità.

Per quanto riguarda l’edificio del centro in cui ci sono tutti i servizi (uffici, mensa, bar, negozio e casa per ferie), il riscaldamento è fornito in parte da una caldaia a legna – che preriscalda l’acqua – e in parte da una caldaia a gas. Da molti anni esiste anche un sistema di tubi posizionati sul tetto che preriscaldano l’acqua: questo, in tal modo, riduce il lavoro della caldaia a gas. Questi sistemi di preriscaldamento contribuiscono a ridurre i consumi, attingendo dall’energia solare e dal legname. Per il rifornimento di legna, tuttavia, occorre dedicare tempo e cura ai nostri boschi. I boschi vanno tenuti puliti e sgombri da alberi caduti dopo eventi atmosferici importanti, un lavoro che non sempre può essere svolto da volontari e richiede personale specializzato.

Infine, Steve dedica un capitolo a parte all’acqua. Ci spiega che la fonte preziosa che è stata ritrovata durante gli scavi dietro al tempio, grazie ad un sistema di tubi, pompe e cisterne, ci permetterà di avere acqua a sufficienza per irrigare i giardini e per rifornire tutti gli edifici di acqua potabile e di acque grigie. Non solo: l’acqua è anche collegata al sistema antincendio che è stato recentemente collaudato. Sono state già interrate due cisterne e altre tre sono in attesa di essere interrate dietro al Labrang. 

L’autosufficienza energetica, con l’uso di fonti rinnovabili o comunque in eccesso come la legna, è un passo importante per il nostro centro, soprattutto perchè ci permette di manifestare concretamente il senso della cura per i cinque elementi e di utilizzare quello che la natura ci offre con generosità e abbondanza.

La nostra profonda gratitudine va a tutti coloro che hanno generosamente contribuito a realizzare questi progetti, in particolare alle fondazioni Lama Gangchen Inner and World Peace (Van Dam-Kuijper Fund), Lama Gangchen International Global Peace,  Mani Bhadra Lama Gangchen Wise Projects e Immobiliare Marco Polo di Franco Ceccarelli e Tseten Gyurme.

 

Alle origini del centro di Albagnano: la storia della colonia

Nei racconti dei discepoli di Lama Gangchen Rinpoche, la cosiddetta “colonia” – più tardi rinominata da Rinpoche “Gangchen Tashi Gomang” (le numerose porte propizie di Gangchen) – ha sempre avuto un posto speciale. Si tratta di un edificio di cinque piani ad Albagnano affacciato sul lago Maggiore che tradizionalmente ospitava bambini e ragazzi che salivano dalle parrocchie di città per passare un po’ di tempo in un ambiente fresco e salutare. Dal 1999 in poi ha iniziato ad ospitare i volontari del Kunpen Lama Gangchen e altre persone in visita al centro buddhista che a quel tempo muoveva i suoi primi passi. 

Acquistata nel 2002 grazie ad una donazione di Felix Chen, amico taiwanese di Rinpoche, è diventata per anni un punto di riferimento – oltre che per soggiorni di breve e lungo termine – per insegnamenti, conferenze e memorabili feste di matrimonio e di fine anno. Isthar Adler racconta dei vari convegni dedicati alle cure tradizionali di cui si è personalmente occupata e di cui conserva numerose testimonianze fotografiche. Anche la festa del suo matrimonio è stata celebrata lì e nel 2003 Lama Gangchen vi ha dato i primi insegnamenti sulla pratica NgalSo di Vajrayogini che oggi Lama Caroline contribuisce a mantenere viva.

Jan de Ruiter, che a quel tempo coordinava il centro, racconta nei minimi dettagli come erano stati organizzati gli spazi interni: le stanze per i volontari e per gli ospiti, la lavanderia, il magazzino, la cucina e così via. All’ultimo piano c’era una mansarda che poteva ospitare fino a 16 posti letto. Jan ci spiega che la struttura era piuttosto obsoleta e per questo anche i consumi energetici erano molto elevati. Inoltre, le tubature dell’acqua erano vecchie e non era raccomandabile utilizzarla né per bere né per cucinare. Ciononostante l’edificio è stato una benedizione in una fase in cui altri spazi non erano agibili e tutti coloro che vivevano lì erano entusiasti per la meravigliosa vista lago e le ampie terrazze. Nel frattempo l’edificio principale del centro veniva messo a norma per poi diventare il punto di riferimento per tutti i servizi.

La colonia è stata anche un rifugio per coloro che, arrivando ad Albagnano spesso dall’estero o da altre città, non avevano un posto in cui vivere. Carlotta Segre, ad esempio, ci parla della colonia come di un posto che porta nel cuore: è stata la sua prima residenza ad Albagnano e proprio lì ha festeggiato i suoi 40 anni insieme a tutta la comunità, con la musica di Ilaria Ceccarelli e un ricco buffet preparato da Roberto Mori. 

Successivamente, è diventata la residenza dei volontari di lungo termine per poi essere definitivamente chiusa nel 2020 quando sicurezza e agibilità non potevano più essere garantite. Molti amici del Sangha, compresa Lama Caroline, conservano ricordi ricchi di affetto legati a uno dei luoghi che hanno segnato le origini del centro di Albagnano. 

Dalla chiusura in poi, Lama Michel Rinpoche insieme a Franco Ceccarelli – supportato tecnicamente da architetti e ingegneri – ha iniziato a lavorare ad un progetto di ristrutturazione generale che oggi finalmente – dopo 3 anni di attesa – ha ricevuto l’approvazione ufficiale a procedere da parte del comune. Proprio in virtù di questa bella notizia, abbiamo iniziato a riportare a galla i ricordi degli eventi e della vita della colonia di Albagnano e continueremo a farlo nell’edizione successiva delle “Buone notizie”.

I monaci di Shar Ganden ad Albagnano

Da alcuni mesi nel nostro centro sono presenti cinque nuovi monaci provenienti dal monastero di Shar Ganden che si trova nello stato di Karnataka, nel sud dell’India. Essi si aggiungono alla presenza di lunga data del ven. Tenzin, di Geshe Lobsang Puntsok, del suo attendente Geshe Migmar e di Chonze Tara. 

La presenza di tutti loro è un segno importante per il nostro centro: contribuisce a coltivare i rapporti con i monasteri del lignaggio che si trovano in Asia, ad arricchire le pratiche spirituali del tempio di Albagnano, ad aumentare l’energia di benedizione e, nell’insieme, a rafforzare i legami tra buddhismo occidentale e orientale. 

Non è la prima volta che alcuni monaci si fermano a lungo nel nostro centro. Lama Gangchen Rinpoche invitava spesso lama, ghesce e monaci a soggiornare in Italia. A questo facevano da contrappunto i frequenti viaggi in Asia con amici e discepoli occidentali. Rinpoche desiderava fortemente mostrare in Oriente quanto il dharma fosse apprezzato e quanto le pratiche fossero vive in Occidente. Proprio per questo sforzo di scambio culturale e incontro tra mondi lontani, Lama Gangchen era soprannominato “Lama Marco Polo”.

La presenza dei monaci di Shar Ganden ad Albagnano è un’occasione speciale per continuare questo scambio tra mondi e culture, per imparare cose nuove sulle pratiche religiose e per fare cerimonie speciali come il Rabne Chenmo e il mandala di sabbia di Yamantaka. Inoltre, grazie a loro abbiamo iniziato un servizio di puja su richiesta, al tempio o a domicilio: i monaci selezionano la puja più adatta in base alla richiesta e preparano tutto ciò che è necessario per svolgerla. Ad oggi le puja effettuate sono 98.

Michela Ciniltani, coordinatrice del tempio, racconta che, grazie a loro, ha scoperto un altro modo di affrontare le cose: “Ho imparato tanti piccoli dettagli sui rituali e sulle formalità durante le cerimonie religiose, ma soprattutto un altro tipo di visione: non hanno mai fretta né paura di sbagliare. Mi mettono sempre a mio agio e mi dicono di prendermi il mio tempo. E se c’è un po’ di ritardo, nulla di grave”. Quest’estate, in caso di necessità, i monaci si sono messi addirittura a disposizione per cucinare e servire i pasti al buffet sorprendendo la comunità e gli ospiti. 

Recentemente, per informare il Sangha sul loro contesto di provenienza, i monaci hanno distribuito dei volantini. Dal momento che tutte le offerte raccolte andranno a sostenere i progetti educativi del loro monastero, hanno ritenuto importante illustrarli graficamente offrendo qualche dato rilevante. 

Altri modi per sostenere la comunità monastica sono le puja speciali celebrate nei monasteri di origine. A questo scopo abbiamo illustrato nella pagina web “Richieste di preghiera” la lista delle puja che saranno celebrate nel corso dell’anno e le modalità per sostenerle con un’offerta, con la possibilità di fare una dedica.

Il Sangha e i viaggi spirituali in Asia

Tra i mesi di agosto e di settembre di quest’anno, si sono svolti viaggi spirituali e pellegrinaggi importanti per il Sangha. Guidati dai nostri maestri, due gruppi hanno visitato luoghi sacri buddhisti e svolto le pratiche del lignaggio NgalSo in Cina, Mongolia e Tibet per poi confluire successivamente in Nepal. 

Il punto di ritrovo per tutti è stata Chengdu nella provincia cinese di Sichuan. Qui Lama Michel Rinpoche e i pellegrini hanno pregato di fronte al buddha gigante di Leshan, una statua alta 71 metri scolpita nella roccia. Due giorni dopo, un gruppo ha proseguito per la Mongolia e un altro per il Tibet.

La Mongolia ha sorpreso tutti con la sua atmosfera magica: i partecipanti raccontano la bellezza di trovarsi di fronte a spazi sconfinati, uniti da un sentimento di fraternità spontanea. Il numeroso gruppo, assistito da Tsempa, ex attendente di Geshe Konchok Gyaltsen, da cuochi e autisti mongoli, e guidato da Lama Michel Rinpoche e Geshe Konchok Gyaltsen, è partito dalla capitale Ulaanbataar per esplorare l’immenso paese asiatico. 

Gli spazi sconfinati che il gruppo attraversava amplificavano sensazioni di libertà e pace. Ovunque animali liberi – yak, cavalli, pecore e capre – sotto un cielo di nuvole che sembravano uscire dalle tangka (dipinti tibetani) e su prati che profumavano di artemisia ed erbe medicinali. La sera c’erano le tradizionali yurta (tende dei nomadi) ad ospitare il gruppo che qui si ritrovava a mangiare, dormire, chiacchierare e pregare insieme.  

Un momento speciale del pellegrinaggio è stata la visita al monastero di Zawa Tamdrin Rinpoche che ha accolto il gruppo con grande generosità insieme alla sua famiglia. Lo stesso ha accompagnato tutti a meditare e pregare tra un gruppo di colline rocciose dove sorge un’emanazione di Tara e la sera ha invitato degli artisti mongoli per offrire uno spettacolo indimenticabile. 

La sensazione di tutti è stata di una grande disponibilità e accoglienza da parte del popolo mongolo. Un esempio fra tutti: gli assistenti, con grande saggezza e calma, hanno liberato i pullman sprofondati nel fango mentre facevano una staffetta per recuperare i partecipanti e portarli a destinazione.

Lama Michel Rinpoche ha offerto insegnamenti preziosi e illustrato con cura i luoghi visitati. Alla fine del viaggio, il gruppo ha incontrato le sorelle di Burma, l’amica della Sangha che ha lasciato il corpo l’anno scorso dopo avere attraversato con fede e coraggio una lunga e dolorosa malattia. 

Un gruppo ha poi proseguito per il monte Altai, dove la natura ha presentato qualche sfida. Una bufera di neve si è abbattuta sul campo base in cui il gruppo ha soggiornato, ma il giorno seguente un sole splendente ha rivelato le magnifiche vette imbiancate e l’orizzonte che si perdeva tra nuvole e ghiaccio. 

Mentre il gruppo più numeroso viaggiava in Mongolia, un gruppo più piccolo di circa 20 persone era alla scoperta dei luoghi sacri buddhisti in Tibet. Una volta giunti a Lhasa – la capitale della regione autonoma – il gruppo ha trovato grandi celebrazioni per i 60 anni di amministrazione cinese nella regione con la presenza del presidente della Cina e del Panchen Lama. 

A Lhasa l’atmosfera si faceva più intima la sera quando i turisti ripartivano e rimanevano solo i praticanti per la khora e le prostrazioni. Qui il gruppo ha speso cinque notti visitando i luoghi più importanti del buddhismo tibetano – tra cui i monasteri di Sera e Ganden – per poi proseguire verso altre destinazioni del Tibet centrale. Degna di nota la visita al monastero di Tashi Lumpo dove Lama Michel Rinpoche ha studiato e dove è presente lo stupa dedicato ad una delle vite precedenti di Lama Gangchen Rinpoche. I partecipanti raccontano di avere sentito un’energia davvero potente sprigionarsi da questo e da altri luoghi sacri. 

Il gruppo ha anche visitato monasteri di tradizioni Nyigma e Shakya e in alcuni ha avuto l’occasione di condividere il pasto con la comunità monastica. Particolarmente degna di nota la visita al lago Namtso che si trova a 4,700 metri di altitudine, il lago salato più alto del mondo, terra di nomadi e di mandrie, circondato da montagne, distese pianeggianti e nuvole.

Dal 28 agosto in poi a Kathmandu, ad attendere i pellegrini in viaggio c’era Lama Caroline. Con il suo noto stile informale, ha organizzato momenti di meditazione, visite ai luoghi sacri, guru puja e svago favorendo un clima di amicizia e familiarità tra tutti. Un gruppo di circa 20 persone ha visitato e pregato nei più importanti siti buddhisti della valle tra cui: le grotte di Guru Padmasambhava e il tempio di Vajrayogini a Pharping, il crematorio di Pashupatinath, e i grandi stupa di Boudha e Swayambhu. Al piano superiore dello stupa di Boudha, Lama Caroline ha guidato una lunga auto-guarigione tantrica. 

Dall’8 settembre in poi, con le proteste giovanili, i disordini e gli atti di vandalismo a cui è seguita la caduta del governo, Lama Caroline ha proposto un breve ritiro per favorire il ritorno alla calma e alla pace. In quel momento Lama Caroline ha dimostrato una stabilità e una serenità veramente profonde aiutando il piccolo gruppo di donne che erano con lei a sentirsi al sicuro. Nonostante gli spari, gli scoppi, le urla e gli incendi che sentivano e vedevano dal terrazzo del Drubkhang, la sua presenza è stata in grado di rassicurare tutti. Il ritiro si è concluso con le preziose iniziazioni di Tara Verde e Tara Bianca quando ormai nella città era ritornato il consueto clima di vivace e rumorosa armonia. 

L’intronizzazione del 26° Tsem Tulku Rinpoche

Tsem Rinpoche, uno dei maestri più seguiti e amati del Buddhismo Vajrayana di questo secolo, ha lasciato il corpo nel 2019.
Lo scorso agosto, Fortunato Sambataro è volato in Malesia per onorare l’intronizzazione della sua reincarnazione, un bambino di tre anni e mezzo  a cui è stato dato il nome di Tsem Rinpoche Drakpa Tenzin. Inviato da Lama Michel Rinpoche a nome del Kunpen Lama Gangchen, Fortunato è stato accolto all’aeroporto da membri del Sangha malese che lo hanno accompagnato al centro buddhista noto come
Kechara Forest Retreat che si trova a due ore di viaggio dalla capitale.
La cerimonia – che è consistita nella Guru Puja con offerta dello Tsog e una puja di lunga vita – ha visto la partecipazione di illustri maestri tra cui l’abate del monastero di Phelgyeling, Sua Eminenza Khen Rinpoche Lobsang Palden, e i due oracoli di Dorje Shugden, Sua Eminenza Panglung Choeje Rinpoche e il ven. Kuten Lama. I monasteri di Sedgyu, Serpom e Shar Ganden hanno inviato i loro rappresentanti ed erano presenti centinaia di monaci e laici. 

Fortunato ci racconta che è stato molto toccante vedere i discepoli storici di Tsem Rinpoche avvicinarsi al trono con doni e oggetti sacri e trattare con estremo affetto e attenzione la giovane reincarnazione, con la stessa attitudine di naturalezza di un genitore con il proprio figlio. Inoltre, a livello personale, ha considerato questa occasione come un dono prezioso: avendo scoperto una forte connessione con il 25° Tsem Rinpoche, pur non avendolo mai incontrato, è stato davvero felice di poter presenziare a questo momento storico. 

La cerimonia si è conclusa con uno spettacolo di danze e canti cinesi e indiani ed esibizioni di talentuosi musicisti malesi, intervallati da discorsi di ringraziamento tenuti dai discepoli senior di Tsem Rinpoche. Il nostro inviato ha sentito molto viva anche la presenza di Lama Gangchen Rinpoche nei discorsi e racconti sul 25° Tsem Rinpoche: Lama Gangchen, infatti, è stato uno dei primi a riconoscerlo come reincarnazione e lo ha sostenuto in tutte le sue attività. Dal canto suo, Tsem Rinpoche considerava Lama Gangchen uno dei suoi principali maestri, trattandolo con affetto e rispetto e inviandogli i suoi discepoli per ricevere le sue benedizioni e offrire doni. Ad aprile del 2006 Tsem Rinpoche inviò in dono a Lama Gangchen la statua di Dorje Shugden che oggi si trova nel gompa dei Dharmapala.

Il Sangha dell’Albagnano Healing Meditation Centre si rallegra per la 26° reincarnazione di Tsem Rinpoche, gli augura lunga vita e auspica abbondanti benefici a tutti gli esseri che lo incontreranno.

Settembre tra due eclissi: un’opportunità per risplendere

Nel settembre 2025, a distanza di due settimane, abbiamo assistito a due eclissi: il 7 settembre all’eclissi lunare e il 21 settembre all’eclissi solare. Guilherme Fortunato Bitencourt, astrologo e compagno del Sangha, ci ha offerto una lettura estremamente interessante di questi particolari eventi che ci spinge a cambiamenti esteriori e interiori. Se in tutte le culture le eclissi sono state considerate di cattivo auspicio, Guilherme ci ha spiegato che esse offrono anche un’opportunità: ci invitano a tornare al centro del nostro essere

Secondo l’astrologia vedica indiana, con l’eclissi lunare di Phurba Bhadrapada del 7 settembre si è manifestata l’energia di Aja Ekapada ovvero il “fuoco che distrugge l’universo”: abbiamo sentito la necessità di sbarazzarci di quello che ci opprime e che non riusciamo più a sopportare. I movimenti sociali e le proteste che sono avvenute in varie parti del mondo in quei giorni e nei giorni seguenti hanno assunto proprio questo significato: basta corruzione, basta sistemi politici inadeguati, rivogliamo indietro i nostri diritti, vogliamo partecipazione. A livello personale, l’eclissi è un invito a chiederci: di che cosa vogliamo sbarazzarci e che cosa desideriamo ottenere nella nostra vita? Di che cosa siamo stanchi e in quale direzione vogliamo portare un cambiamento?

L’eclissi del 7 settembre è stata anche un’opportunità per sviluppare il nostro potenziale spirituale. Infatti la luna era in trigono con Giove e Giove si muoveva verso la luna. Giove è il simbolo del guru. Chi svolge professioni di insegnante e terapeuta, ad esempio, può avere subito un’influenza più forte e avvertito una certa difficoltà a credere nei propri valori e convinzioni. Guilherme ci ha illustrato che, proprio in questi momenti, è fondamentale rinforzare la motivazione a seguire le nostre convinzioni, allontanando i dubbi. 

L’eclissi solare di Uttara Phalguni, invece, si è manifestata sotto il segno della divinità Aryaman e della Vergine. Aryaman agisce alla stregua del controllore dei biglietti sul treno: viene a verificare se stiamo mantenendo fede ai nostri impegni e realizzando effettivamente il nostro progetto di vita. La Vergine, invece, dopo una fase di distruzione, viene a riportare ordine e armonia. Dal 21 settembre, quindi, è iniziato un periodo di rinnovamento in cui è importante mantenere i propri voti e riconnettersi al proprio progetto di vita, con coerenza a quanto abbiamo deciso di fare e di essere. Con la seconda eclissi, infine, la comunicazione, che aveva subito interferenze con Mercurio retrogrado, è ritornata a funzionare grazie alla congiunzione con Mercurio. 

Nel buddhismo, durante le eclissi è raccomandata la pratica di Maritze, una delle 21 Tara. Maritze rappresenta la luce del sole e viene a ricordarci che noi siamo luce. Anche nei momenti di buio e ombra, dobbiamo ricordarci della nostra luce interiore che si espande a partire dal nostro cuore. Le indicazioni che ci ha offerto Guilherme, grazie alla sua conoscenza di astrologia vedica indiana, sono da considerarsi preziose sia perché gli effetti delle eclissi dureranno per tre mesi e sia perchè esse possono risultare utili anche in futuro.